Monastero di San Pietro in Lamosa
La bella Chiesa romanica che in posizione elevata domina la distesa delle Torbiere è un complesso architettonico dalla storia millenaria.
La chiesa attuale è ad aula unica suddivisa in quattro campate da archi traversi, con copertura a capriate a vista. Sulla facciata restano tracce del passato medievale dell’edificio soprattutto nel portale del vestibolo. L’interno della chiesa si presenta in stile quattrocentesco con i pilastri e le pareti che riportano tracce della pittura che si è susseguita nel corso del tempo, soprattutto tra il XII e il XIV secolo. La pittura più antica è una rappresentazione della Vergine Annunciata risalente al 1100-1200; resti di pittura coeva sono nascosti nel sottotetto. Altri affreschi databili fra il Trecento e il Cinquecento, non sono attribuibili a ben determinati autori: sono immagini votive devozionali, alcune di buona esecuzione. Nel Cinquecento si avviò anche un tentativo di unità decorativa con una fascia ornamentale a raffinate volute floreali, intervallate con busti di Santi. Tra gli affreschi rilevanti spicca l’Annunciazione, nella parte superiore della terza campata a destra (guardando dal presbiterio). L’opera è un esempio dell’alto livello raggiunto dalle maestranze chiamate all’esecuzione; nell’opera si possono apprezzare influssi toscani mediati da scuola veronese. Notevole anche una Madonna col Bambino: l’esotico particolare del pappagallo, di significato allegorico, è databile al XIII secolo mentre la testa della Vergine è stata ridipinta nel XIV secolo. Anche i pilastri della chiesa sono affrescati con Santi racchiusi in finte nicchie, probabilmente opera del pittore provagliese Toselli. Gli altri affreschi che coprono le pareti sono databili tra la fine del Quattrocento e il primo ventennio del secolo successivo.
Nella quarta cappella a sinistra, detta la Cappella della Scola del Santissimo, ammiriamo affreschi del Cinquecento, alcuni eseguiti da Paolo da Caylina il Giovane: nella volta Evangelisti e Dottori della Chiesa, nelle lunette Sibille, Profeti, la regina di Saba e la Sacra Famiglia. Sull’altare è collocata una pala raffigurante il Ringraziamento alla Madonna del Rosario attribuita a Francesco Giugno. Accanto alla chiesa il semplice e piccolo chiostro quattrocentesco allinea lungo le pareti vari frammenti architettonici della chiesa romanica e due rilievi a intreccio che, forse, erano parte della recinzione del presbiterio. Il campanile nella parte bassa è coevo alla prima chiesa, mentre la cuspide fu realizzata nell’ultima fase di trasformazione (sec. XV). Sul sagrato dirimpetto alla chiesa sorge la cappella dei morti, in passato chiesa cimiteriale e l’edificio della Disciplina di S. Maria Maddalena. La Disciplina documentata dal 1505, fu costruita con lasciti e donazioni della popolazione e dei nobili Fenaroli e fu luogo di culto e di dottrina per molti secoli. Nel Novecento i due ambienti di cui è costituita furono intonacati a calce e destinati per alcuni decenni ad abitazione privata.
Nel 1988 vi si fece un primo restauro, riportando alla luce i resti degli affreschi di cui era interamente ricoperta: grandi riquadri che rappresentano la passione la morte e la resurrezione di Cristo. Si discute se il ciclo sia rimasto incompleto o se alcuni riquadri siano volutamente eseguiti in color seppia, tanto da sembrare sinopie. Per la loro impostazione e interpretazione alcuni critici si rifanno alle incisioni di Martin Schongauer e di Albrecht Dürer. Sotto la linea del tetto corre un fregio a elementi vegetali con medaglioni di angeli.
Bibliografia
A. Breda, A. Valsecch,i S. Pietro in Lamosa. La vicenda architettonica tra Medioevo e Rinascimento, in San Pietro in Lamosa. Storia e arte, a cura di F. Sina e A. Valsecchi, Provaglio d’Iseo 2004.
L. Anelli, Le pale d’altare del Cinque, Sei e Settecento, in San Pietro in Lamosa. Storia e arte, idem.
F. Troletti, Provaglio di Iseo: un ciclo pittorico da svelare, in Topografia artistica tra Medioevo e Rinascimento in Franciacorta e nel Sebino, Atti del convegno CCFS, Brescia 2006.