Riserva Naturale "Torbiere del Sebino"

Riserva Naturale "Torbiere del Sebino"

La Riserva Naturale "Torbiere del Sebino" è una riserva della Regione Lombardia affidata in gestione ad un Consorzio tra Provincia di Brescia, Comunità Montana del Sebino e comuni sul cui territorio essa si trova (Iseo, Provaglio d'Iseo, Cortefranca)

Dal 1984 la denominazione di “Riserva Naturale Regionale Orientata delle Torbiere del Sebino” garantisce a questa area uno dei massimi gradi di protezione possibili in Italia. La riserva, coprendo un’area di circa 360 ettari distribuiti tra la Franciacorta e il Lago d’Iseo, è la più grande zona umida della provincia di Brescia. Trovandosi nel centro della Pianura Padana, area intensamente antropizzata, ricopre un’importanza ecologica straordinaria tanto da essere segnalata anche come ecosistema di importanza internazionale. Si tratta infatti di una vera e propria oasi per migliaia di uccelli che qui trovano ricovero durante i loro viaggi migratori.

La riserva è situata sulla sponda meridionale del lago di Iseo ed è composta da tre aree distinte: la grande zona centrale chiamata “Lama” e configuratasi nel corso della seconda metà dell’Ottocento a seguito dell’escavazione della torba destinata a combustibile; la “Lametta” che confina a nord con il lago di Iseo ed è costituita da un vasto canneto e da canali scavati negli anni ‘60 del Novecento per l’estrazione della torba utilizzata come terriccio per giardini e, infine, la zona delle cave di argilla nell’area sud-ovest. La zona aveva inizialmente l’aspetto di un prato acquitrinoso probabilmente destinato a pascolo collettivo. Poi le necessità dei primi insediamenti industriali diedero il via all’opera di escavazione del giacimento torboso creando così quelle vasche d’acqua naturali che ancora oggi si possono ammirare. Seppur la conformazione attuale sia, quindi, in gran parte conseguenza degli interventi dell’uomo negli ultimi 150 anni, la storia delle Torbiere è in realtà millenaria ed è iniziata sul finire dell’ultima glaciazione compresa tra 70.000 e 10.000 anni fa quando il grande ghiacciaio camuno iniziò a ritirarsi lasciando un’ampia depressione paludosa.

I reperti archeologici rinvenuti durante il lungo periodo di escavazione della torba consentono di delineare la mappa degli insediamenti preistorici. I manufatti più antichi sono riconducibili al periodo Mesolitico (8.300 - 4.500 a. C.) e testimoniano la presenza di gruppi di cacciatori e raccoglitori. Gli insediamenti preistorici più consistenti risalgono però all’epoca delle palafitte nell’età del bronzo (1800 - 1200 a.C.). I resti di una grande quantità di palificazioni indica una preferenza dei nostri progenitori per questa zona paludosa rispetto ad altre aree geografiche. Testimonianze più recenti, come necropoli e tombe, sono invece di epoca romana ed altomedievale. L’area rimase intatta per millenni fino a quando, nel 1863, la Società Italiana Torbiere ottenne la concessione per lo sfruttamento della zona e cominciò gli scavi che si protrassero fino a circa metà Novecento. Prima della diffusione del petrolio e dei suoi derivati, la torba era infatti un combustibile fossile molto ricercato in quanto la sua resa calorica, seppur inferiore a quella del carbone, è comunque superiore alla legna. La sua formazione deriva dalla sedimentazione di strati di materiale vegetale che, morendo e non riuscendo a decomporsi in maniera totale a causa della mancanza di ossigeno, si deposita sul fondo dando così origine alla torba. Fu proprio l’attività di escavazione che dette inizio all’attuale configurazione geometrica del paesaggio formato da grandi vasche d’acqua delimitate da sottili lingue di vegetazione.

L’escavazione occupava dai cento ai duecento uomini che utilizzavano una speciale vanga con un manico lungo cinque metri per estrarre colonnine di torba che venivano poi tagliate a pezzi e messe ad essiccare. In media si scavavano circa 5.000 tonnellate all’anno di torba, ma nel 1904 si raggiunse il record di 10.000 tonnellate. La torba veniva usata per molteplici scopi: nelle fornaci, nelle vicine filande di Iseo, negli opifici, per riscaldare le abitazioni e perfino per alimentare i treni della ferrovia Brescia-Iseo-Edolo. L’escavazione della torba all’interno della Riserva cadde in disuso negli anni Cinquanta lasciando il posto all’estrazione di argilla per la fabbricazione di mattoni. Questa attività durò però solo alcuni decenni ai quali seguì un periodo di grande impegno collettivo che portò nel 1984 alla creazione della Riserva.

Curiosi sono i “piloni” che ancora oggi si possono osservare all’interno delle acque della Riserva e che testimoniamo un altro tipo di sfruttamento dell’area da parte dell’uomo. Questi “piloni” si presentano come dei blocchi di cemento piramidali con alcuni frammenti di metallo nella parte sommitale. Allineati tra di loro e disseminati anche nelle campagne limitrofe, sono ciò che resta di un elettrodotto costruito tra il 1905 e il 1908 e rimasto in funzione fino al 1955. All’interno della Riserva, l’equilibrio idrogeologico è garantito soprattutto dalla pioggia, da alcune sorgenti sul fondo delle vasche e da un piccolo torrente; l’uscita dell’acqua avviene principalmente per evaporazione e attraverso un canale di collegamento con il lago. Il valore florovivaistico è di notevole rilievo grazie all’ampia varietà di specie che comprende anche vegetazione sommersa e dalla loro rarità in un contesto come quello della Pianura Padana nel quale ormai le paludi sono state quasi integralmente bonificate.

Le specie botaniche più vistose sono la ninfea bianca che fiorisce da maggio a settembre e la cannuccia di palude. Curiosa è l’urticolaria, o erba vescica, una pianta carnivora dotata di piccole vesciche che aiutano la pianta a galleggiare e a catturare insetti. Tra gli alberi ai margini degli specchi palustri si trovano pioppi, platani, salici e olmi. La fauna ittica è composta sia da pesci autoctoni, come il luccio, la tinca, la carpa, l'anguilla, il persico reale e l’alborella, sia da specie introdotte dall’uomo come il persico sole, il persico trota e il pesce gatto. Il grande richiamo per gli appassionati di birdwatching è costituito dall’avifauna stanziale migratoria. Dopo l’introduzione dei vincoli di protezione ambientale, le specie nidificanti sono raddoppiate. Tra queste hanno eletto le Torbiere come unica zona di riproduzione nel bresciano specie quali l'airone rosso e il gabbiano comune. Altre specie palustri visibili in riserva sono il basettino, la cannaiola, la cannaiola verdognola, il cigno reale, il germano reale, lo svasso maggiore, l’usignolo di fiume, il martin pescatore, il cormorano e il cuculo. È frequente osservare anche l’airone cinerino e, più raramente, l’airone bianco.

La Riserva Naturale Torbiere del Sebino è circondata da un patrimonio paesaggistico e culturale straordinario  ancora poco battuto dal turismo di massa:

  • Franciacorta, terra di colline moreniche affacciate sul Lago d’Iseo, è celebre per i suoi vini DOCG. La viticoltura, qui praticata fin dall’epoca romana, deve la sua qualità alla varietà dei suoli e a un microclima favorevole. Il Consorzio Franciacorta ne tutela la produzione dal 1990.
  • Iseo, facilmente raggiungibile a piedi dalla Riserva, è una cittadina storica già nota in epoca romana. Tra i monumenti principali ci sono il Castello Oldofredi, la Pieve di Sant’Andrea e la celebre Piazza Garibaldi.
  • Monte Isola, la più grande isola lacustre d’Italia, è un’oasi senza auto. Da visitare il Santuario della Ceriola e il periplo dell’isola. Ogni cinque anni, a Carzano, si celebra la suggestiva Festa dei Fiori.
  • Il Monastero di San Pietro in Lamosa, fondato nel XII secolo, domina la Riserva ed è un prezioso esempio di architettura cluniacense. La Sala delle Discipline custodisce affreschi cinquecenteschi sulla Passione di Cristo. Il complesso è regolarmente visitabile.
  • La Balota del Coren, promontorio roccioso a 615 metri, regala vedute mozzafiato sul lago e le torbiere. Si raggiunge con un sentiero panoramico da Provaglio d’Iseo, ideale al tramonto per la bellezza dei colori riflessi sull’acqua.

La Riserva Naturale Torbiere del Sebino è visitabile durante tutto l’anno (anche nei giorni festivi), dall’alba al tramonto: Il contributo d’ingresso è pari ad € 2,00. I bambini sotto gli 8 anni, le persone con disabilità ed i residenti dei Comuni di Iseo, Provaglio D’Iseo e Corte Franca sono esenti dal pagamento del ticket.

Per maggiori informazioni, vedere il seguente link: https://torbieresebino.it/orari-e-costi/

Bibliografia
AA.VV, La mappa del tesoro. Materiali per un museo del territorio, Associazione culturale San Pietro in Lamosa, Provaglio d’Iseo, 2004.
Stefania Capelli, Torbiere del Sebino. Guida alla visita, Consorzio per la gestione della Riserva Naturale “Torbiere del Sebino”, Rodengo Saiano, 2001.
AA.VV, La Riserva Naturale delle torbiere del Sebino, Cogeme, 2000.