Itinerario della Madonna del Corno

Itinerario della Madonna del Corno

Un sentiero che, passo dopo passo, trasforma la meta finale in un luogo capace di suscitare l’emozione di proseguire il cammino come se si stesse volando.

II punto di partenza è la chiesa di S. Bernardo, nella contrada Zurane, costruita alla fine del Quattrocento al posto di una vecchia torre difensiva legata al castello sul monte. Fu profondamente rinnovata nel Seicento, acquisendo l’aspetto attuale. All’interno, spicca un affresco del Cinquecento suddiviso in tre riquadri, raffigurante il martirio del Beato Simonino da Trento, espressione di un pregiudizio antiebraico già diffuso allora. Nella pala dell’altare laterale, dove appaiono la Vergine, San Gottardo e San Francesco da Paola, è riconoscibile il paesaggio del percorso descritto, con la Madonna del Corno e la chiesa di Sant’Ambrogio (oggi San Rocco) tra le rovine del castello. La chiesa di San Bernardo è solitamente aperta durante il giorno, e il mercoledì pomeriggio vi si celebra la messa settimanale.

Il percorso sale verso il monte su una strada asfaltata che, un tempo, era lastricata con pietre di medolo, ancora visibili dopo il Pian delle Viti. Una curva stretta indica la presenza di una valle scoscesa attraversata dal torrente Valù, che nasce poco sopra e raccoglie le acque piovane. Fino agli anni Sessanta, dopo i temporali, il torrente allagava la via principale del paese e proseguiva fino al monastero di San Pietro in Lamosa, per poi sfociare nelle Torbiere tramite una canalizzazione ottocentesca. Una possibile deviazione conduce al “Balutòn”, un enorme masso erratico lasciato dai ghiacciai della Valcamonica tra 700.000 e 10.000 anni fa, composto da Verrucano Lombardo. Poco lontano si trova una grotta naturale chiamata “pósha uricina”.

Superata la curva, sulla sinistra si vedono vecchi uliveti terrazzati; a destra, una collina ripida dove un tempo sorgeva il castello. Le sue fondamenta, datate al XII secolo e riportate alla luce da scavi recenti, sono ora visitabili grazie a pannelli esplicativi che ne ricostruiscono l’aspetto. Il castello fu voluto dalla famiglia Ysei-Oldofredi di Iseo come punto strategico per il controllo feudale, ma perse la sua funzione nel XV secolo con l’arrivo di nuove strutture statali. Sull’area del castello fu costruita una piccola chiesa dedicata a San Rocco, su resti di un edificio religioso più antico. Davanti, una cisterna ricordava i morti della peste del 1630: in passato, i malati si recavano lì nella speranza di guarire. Questo spiega la devozione a San Rocco, protettore contro le epidemie, soprattutto dopo che la vecchia chiesa a lui dedicata fu sostituita dalla Parrocchiale.

La strada continua costeggiando il lato sud del Pian delle Viti, un altopiano post-glaciale un tempo coltivato a vigneti, come suggerisce il nome. Salendo, si avvista la chiesa della Madonna del Corno. Sulla sinistra si apre un sentiero che porta, dopo pochi metri, alla “Madonnina del Disperso”, eretta nel 1960 in memoria dei caduti e dispersi delle guerre mondiali. Il complesso, oggi gestito dal CAI locale, comprende anche alcune stanze originariamente usate dall’eremita custode della chiesa. Nel Novecento vi abitava una famiglia, tra cui la celebre e gentile “Betta”, che gestiva una piccola osteria. Ora questi spazi sono stati adattati a rifugio grazie all'Associazione del CAI, prenotabile, con angolo cottura e posti letto. La chiesa reca sulla soglia la data 1509. Già nel portico sono visibili antichi affreschi, sebbene uno sia stato rubato in tempi recenti. All’interno, si trovano altri affreschi tardo-quattrocenteschi simili a quelli del monastero di San Pietro in Lamosa. Le tele esposte sono copie degli originali, tra cui una grande scena del martirio di Sant’Erasmo. Le decorazioni ottocentesche coprono affreschi più antichi.

Una leggenda locale narra che i provagliesi volessero edificare la chiesa in una posizione più comoda e panoramica, ma eventi misteriosi impedirono il completamento dell'opera. Per questo, la chiesa fu costruita nel punto attuale. In realtà, fino al Settecento esistevano due chiese: una, oggi distrutta, intitolata alla Madonna di Loreto; l’altra, attuale Madonna del Corno.

L’itinerario si conclude scendendo per un sentiero ripido, chiamato Pas del Luf (“Passo del Lupo”), che porta su un dosso dove vent’anni fa fu posta una grande croce in cemento.

Dove partire:

  • dalla Chiesa di San Bernardo, punto di partenza consigliato (è possibile proseguire in automobile anche fino al Pian delle Viti, ma si consiglia prudenza durante il percorso in auto, poiché la strada, oltre a presentare tratti stretti e tornanti, è ripida e a doppio senso di marcia), ubicata in via Regina Elena, nella contrada di Zurane. Da qui si svolta per il percorso panoramico della via che si apre sulla sinistra, salendo verso la località al Pian delle Viti, si inerpica un sentiero fino al santuario, passando per luoghi di notevole rilevanza storica, come la chiesetta di S. Bernardo e quella di S. Rocco, in località Pian delle Viti, circondata dai resti dell’antico castello di Provaglio. In mezz'ora si arriva a destinazione.;
  • dal Monastero San Pietro in Lamosa, è raggiungibile attraversando l'abitato di Provaglio d'Iseo lungo via Olimpia, via Roma e via Alcide De Gasperi, oppure lungo via Sebina, via Solferino e via De Gasperi.

 

Bibliografia:

LA MAPPA DEL TESORO - Materiali per un museo nel territorio - Settembre 2004
Produzione FONDAZIONE CULTURALE SAN PIETRO IN LAMOSA ONLUS
Scheda 9 ITINERARIO DELLA MADONNA DEL CORNO Provaglio
Testo: Luciano Peroni
Fotografie: Franco Ghigini, Archivio "Novecento Provagliese"
Progetto grafico e impaginazione: Franco Ghigini, Ruggero Soggetti
Direzione collana: gruppo di lavoro "La mappa del tesoro" (Luciano Peroni, Pierpaolo Vianelli, Giuseppe Cittadini, Paolo Cittadini, Milly Mendini, Luisa Moleri, Mario Pedretti, Guido Mucci, Caterina Archetti, Carla Lecchi, Nelson Violi), coordinato da Franco Pagnoni.
Stampa: Litografia La Cartotecnica