Chiesa e Santuario della Madonna del Corno
Visibile dal Monastero di S. Pietro in Lamosa, aggrappata sulla parete calcarea del Monte Cognolo, la chiesa dedicata alla Madonna dell’Annunciazione prende il nome di “Madonna del Corno” dalla località in cui sorge: il Corno o il Ronco di Provaglio
Costruita su una rupe a 427 metri di altitudine, la chiesa domina l’abitato e offre un panorama straordinario che abbraccia le Torbiere del Sebino, la porzione meridionale del Lago d’Iseo e, nei giorni limpidi, persino la lontana pianura.
Fondata agli inizi del Cinquecento, in sostituzione di una cappella più antica, la chiesa ha rappresentato per secoli un importante punto di riferimento religioso e culturale. Nel 1598 la Chiesa viene chiamata Madonna della Ceriola, nome che però scompare per diventare Madonna del Corno. La sua posizione privilegiata, ben visibile dall'abitato, unita alla funzione di "orologio naturale" in un'epoca priva di strumenti di misurazione del tempo, ne ha accentuato il valore simbolico. Ma ciò che ha reso la Madonna del Corno un luogo particolarmente venerato è la tradizione che vi riconosceva la presenza della Vergine, la cui immagine sarebbe stata miracolosa. Testimoni di questa devozione, due papi, nel 1682 e nel 1786, concessero l'indulgenza plenaria ai numerosi pellegrini che giungevano in visita.
La zona dove sorge la Madonna del Corno è ricordata tra le proprietà della Mensa Vescovile di Brescia a partire dal XIV secolo: tuttavia, in tali documenti non viene fatta menzione di una chiesa, che è invece citata nella visita pastorale del 6 ottobre 1567 del vescovo Domenico Bollani. Entro queste date, la chiesa, legata ad un’apparizione mariana, doveva essere quindi certamente costruita e, in base alla relazione del vescovo, sappiamo che abbisognava di diverse modifiche. In base a questi elementi e ad alcuni fattori stilistici, possiamo datare l’edificio tra gli ultimi decenni del Quattrocento e i primissimi anni del Cinquecento: il santuario conserva ancora l’aspetto della chiesa lombarda del XV secolo, con facciata a capanna, adorna di rosone centrale e ampia superficie muraria adatta accogliere un decoro dipinto, di cui solitamente lo spazio sacro, fino al tardo medioevo e oltre, era ricchissimo, preceduto da una loggia rinascimentale a tre arcate a tutto sesto. Bellissimo il portale in pietra grigia di Sarnico, con paraste con capitelli a volute, sormontato da una lunetta che si imposta su un architrave recante al centro la data 1509 e profilato da una cornice in cotto con motivo a treccia.
L’interno è strutturato ad aula unica, percorsa da grandi arconi a sesto acuto, con presbiterio quadrato a testata rettilinea, che oggi racchiude un ricchissimo altare barocco. Il recente restauro, condotto nel 2017, ha permesso di riscoprire l’originaria decorazione delle tavelle in cotto del soffitto, celato da una copertura grigia ottocentesca, che ha rivelato un motivo a cassettoni con rosette di diverse geometrie, da cui sporadicamente fanno capolino le immagini del sole e della luna. Le pareti sono invece caratterizzate da ornati aniconici settecenteschi a finto damasco: unica e preziosa testimonianza dell’originaria decorazione rinascimentale è il riquadro della Madonna in Trono col Bambino e angeli musicanti, immagine volutamente lasciata intatta all’adorazione dei fedeli che qui si recavano in pellegrinaggio per chiederle miracoli. L’affresco nella seconda campata della parete destra, datato 1511, è di un colto maestro rinascimentale, come dimostra il ricco trono su cui siede la Vergine con il Bambino, attivo tra Franciacorta e Sebino nei primi anni del XVI secolo.
Nei primi anni del Settecento la struttura conobbe un periodo di abbandono, ma è stata oggetto di diversi interventi conservativi: nel 1991 il Comune curò il restauro generale, e nel 2017 si è provveduto al recupero degli elementi decorativi interni.
Dal marzo 2022, grazie a un finanziamento di Regione Lombardia pari a 100.000 euro, si è concluso un importante intervento di manutenzione ordinaria e straordinaria: messa in sicurezza dei muri di sostegno, adeguamento delle ringhiere delle terrazze panoramiche, sistemazione delle scale e dell’area di accoglienza, oltre al tratto di strada che collega Pian delle Viti al Santuario. Un progetto che valorizza la visita rendendola più piacevole e sicura.
Accanto alla chiesa sorge il Rifugio Madonna del Corno, un tempo dimora del romito, oggi gestito in convenzione dal CAI di Provaglio d’Iseo dall’8 maggio 1994. Restaurato nel 1993, il rifugio è disponibile in autogestione per famiglie o gruppi, offrendo un ambiente accogliente immerso nella quiete.
Come raggiungerla:
Dal Monastero, il santuario è raggiungibile a piedi, attraversando l'abitato lungo Via Olimpia, Via Roma (superata la Chiesa parrocchiale) e Via De Gasperi. Alla fine di questa (e della salita), inizia un suggestivo sentiero panoramico che, partendo sulla sinistra dalla strada che sale al Pian delle Viti, si inerpica fino al santuario, passando per luoghi di notevole rilevanza storica, come la chiesetta di S. Bernardo e quella di S. Rocco, in località Pian delle Viti, circondata dai resti dell’antico castello di Provaglio.
In meno di un'ora si arriva a destinazione.
Per chi desidera ridurre i tempi di cammino, è possibile parcheggiare nei pressi della chiesetta di S. Bernardo, poco prima della svolta a sinistra in direzione Pian delle Viti, oppure presso quest'ultima località. Si consiglia prudenza durante il percorso in auto, poiché la strada, oltre a presentare tratti stretti e tornanti, è ripida e a doppio senso di marcia.
Contatti:
Indirizzo: via Castello snc, 25050 Provaglio d’Iseo
Orari di visita: su prenotazione
Ingresso gratuito
Chi vuole usufruire del rifugio deve contattare la sig.ra Francesca Delledonne (cell. 338.9656433)
Il rifugio è sempre aperto la seconda domenica del mese