Monastero di San Pietro Lamosa
Il Monastero di San Pietro in Lamosa è un complesso monumentale posto a belvedere sulla Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino
Il Monastero di San Pietro in Lamosa, costruito in posizione dominante sulle Torbiere del Sebino a ovest di Provaglio d’Iseo, rappresenta uno dei complessi monastici più suggestivi della Lombardia. Il toponimo "Lamosa" deriva dalle antiche “lame”, aree paludose che circondano ancora oggi il sito. Le origini del monastero risalgono al 1083, quando due fratelli longobardi, Ambrogio e Oprando, donarono una piccola chiesa in pietra ai monaci benedettini di Cluny, garantendone l’inalienabilità e la protezione da ogni rivendicazione futura. Dodici anni dopo accanto alla chiesa fu fondato il monastero, che nel 1147 divenne un Priorato cluniacense.
Nel corso dei secoli, l’edificio fu soggetto a numerose trasformazioni. L’originaria chiesa romanica presentava tre navate coperte forse da volte solo nella parte presbiteriale, con absidi semicircolari e un protiro. Il campanile, già presente allora, era collegato direttamente alla zona dell’altare. Tra il XII e il XIII secolo venne aggiunta una cappella rettangolare a nord, probabilmente dedicata alla Vergine. Più tardi, nel XIV secolo, fu costruita una seconda cappella gotica con volta a crociera costolonata. Nel XV secolo le tre navate furono demolite per fare spazio a una grande aula unica suddivisa da archi ogivali. Tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento si realizzarono affreschi ispirati all’iconografia francescana, una cappella rinascimentale con volta a ombrello, un’area per il fonte battesimale e un profondo coro semicircolare affrescato con i dodici Apostoli. Nel Settecento fu invece costruita la cappella cimiteriale posta di fronte all’ingresso della chiesa, utilizzata fino al 1820 come sepoltura dei defunti provagliesi.
La struttura oggi si presenta come un insieme eterogeneo ma armonico di elementi romanici, gotici, rinascimentali e barocchi. L’interno della chiesa conserva affreschi ben conservati, due altari barocchi laterali e un chiostro posto a sud. Il complesso ha subito gravi danni nel Novecento per via delle intemperie e degli atti vandalici, ma è stato in buona parte restaurato. Attualmente, gli spazi sono divisi tra proprietà privata, parrocchiale e comunale. Parte degli ambienti è stata trasformata in auditorium, sala conferenze, spazio espositivo, sala studio e foresteria.
Accanto alla chiesa, sul lato orientale, sorge l’oratorio della Disciplina, dedicato a Santa Maria Maddalena, costruito tra la seconda metà del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento dai Disciplini. Essi erano membri di una confraternita penitenziale, noti per le processioni durante le quali praticavano l’autoflagellazione con una frusta, detta disciplina, nel tentativo di propiziare la pace e la remissione dei peccati in un’epoca segnata da guerre, pestilenze e conflitti civili. L’oratorio, come da usanza, era adiacente alla chiesa parrocchiale e comunicava con essa tramite una finestra. Le pareti interne erano affrescate con un ciclo narrativo sulla vita di Gesù, dalla nascita fino alle apparizioni dopo la resurrezione.L’oratorio fu utilizzato come abitazione fino al 1990, periodo durante il quale furono eseguiti interventi edilizi che compromisero la conservazione delle opere: furono introdotti tramezzi, un controsoffitto, nuove aperture e canne fumarie, e l'applicazione di molteplici strati di intonaco rese irrecuperabili porzioni significative delle pareti.
Il chiostro attiguo alla chiesa risale alla stessa epoca cinquecentesca, anche se documenti del 1378 ne attestano l’esistenza già in epoca precedente. Gli scavi eseguiti nei primi anni Duemila hanno portato alla luce tombe e resti umani stratificati, confermando l’uso cimiteriale dello spazio. Sono inoltre riemersi frammenti di intonaco dipinto, indice del fatto che le pareti erano originariamente tutte affrescate. Alcuni lacerti decorativi sono tuttora visibili: tra questi, una Madonna del Latte del Quattrocento, un Martirio di Santa Caterina, uno stemma vescovile e la figura enigmatica di un personaggio con cappello a tesa larga. Sulle pareti si notano anche graffiti del Settecento, probabilmente lasciati da pellegrini di passaggio.
Completa il percorso la cappella cimiteriale in stile barocco, costruita nel 1745 di fronte alla chiesa. Utilizzata come cimitero fino al 1820, oggi fa parte integrante del complesso monumentale, conservando la memoria storica della comunità provagliese.
Informazioni
Per maggiori informazioni sul Monastero, sulle sue aule, sulla sua storia, sulle prenotazioni, le attività e gli eventi è possibile chiamare il numero dedicato 338.4936964, scrivere a monastero@comune.provagliodiseo.bs.it oppure a ufficiocultura@comune.provagliodiseo.bs.it o visitare il sito del Comune di Provaglio d'Iseo dedicato: monasterosanpietroinlamosa.it.
Come raggiungere il Monastero:
In auto
Autostrada A4, Uscita Rovato km 15 proseguire in direzione Valle Camonica Lago d’Iseo. Giunti a Corte Franca (Timoline) prendere per Provaglio d’Iseo;
Partendo da Brescia tramite la SS ex 510 (uscire a Camignone e seguire per Provaglio d’Iseo).
In treno
Partendo da Brescia, lungo la linea Brescia-Iseo-Edolo scendere alla stazione di Provaglio-Timoline. Uscendo a piedi dalla stazione, mantenete la sinistra e proseguite diritto (Via Stazione Nuova, Via Repubblica): in fondo alla strada, troverete il Monastero ad accogliervi.
In autobus
Partendo dalla Stazione degli autobus di Brescia, lungo la linea Brescia-Iseo-Edolo scendere alla fermata in Via Sebina (di fronte all’ingresso del Monastero).
In bicicletta
Da Brescia tempo di percorrenza 2 ore circa, percorrere la ciclabile Brescia-Paratico fino a Provaglio d’Iseo.
Bibliografia
A. Breda, A. Valsecch,i S. Pietro in Lamosa. La vicenda architettonica tra Medioevo e Rinascimento, in San Pietro in Lamosa. Storia e arte, a cura di F. Sina e A. Valsecchi, Provaglio d’Iseo 2004.
L. Anelli, Le pale d’altare del Cinque, Sei e Settecento, in San Pietro in Lamosa. Storia e arte, idem.
F. Troletti, Provaglio di Iseo: un ciclo pittorico da svelare, in Topografia artistica tra Medioevo e Rinascimento in Franciacorta e nel Sebino, Atti del convegno CCFS, Brescia 2006.